Riordino ospedaliero, la posizione di Cgil, Cisl e Uil
Negli ultimi quattro anni Modena ha ridotto di 271 unità i posti letto complessivi, passati da 2.882 a 2.611, raggiungendo il limite di copertura del 3,7 per mille sul totale della popolazione, così come previsto dalla normativa di riordino. Pertanto un ulteriore calo di posti letto non deve trasformarsi in un peggioramento delle prestazioni rese ai pazienti. Lo affermano Cgil, Cisl e Uil di Modena, che nei giorni scorsi hanno avuto incontrato la Conferenza territoriale socio-sanitaria per un confronto sull’applicazione del decreto ministeriale sul
riordino ospedaliero, che nella programmazione regionale si concretizzerebbe in un calo di 110 posti letto nella provincia di Modena. I sindacati confederali, unitamente alle rispettive le sigle dei pensionati e della sanità, hanno chiesto al tavolo provinciale di porre la massima attenzione ad alcuni punti che reputano prioritari per la tenuta del sistema sanitario modenese. «Innanzitutto si deve affrontare la discussione su tutta la rete sanitaria provinciale modenese, non solo sul pur importante processo di fusione tra l’ospedale di Baggiovara e il Policlinico cittadino – dicono Cgil, Cisl e Uil – Dobbiamo ragionare in un’ottica di integrazione ed equilibrio tra le strutture del centro e quelle della periferia, che hanno svolto finora una funzione di presidio e garanzia per la popolazione. Se viene confermata la rassicurazione fornita dai direttori generali delle aziende sanitarie, e cioè che il calo dei 110 posti letto equivale, in maggior parte, a una trasformazione in prestazioni ambulatoriali, è molto importante che non si determini un peggioramento delle prestazioni rese al paziente. Per questo è fondamentale mantenere il numero e le competenze del personale impiegato». Altrettanto importante per i sindacati è che i cittadini non subiscano aggravi economici in termini di richiesta di ticket. Va, poi, proseguito il completamento funzionale dei presidi delle Case della Salute e degli Ospedali di Comunità che, per gli obiettivi e le funzioni che la normativa attribuisce loro, possono essere degli strumenti preziosi per dare risposte ai crescenti bisogni determinati dai cambiamenti demografici e dall’invecchiamento della popolazione in termini di servizi per le malattie croniche, la riabilitazione, la presa in carico effettiva dei pazienti dimessi dagli ospedali, la prevenzione e promozione della salute, essendo tra l’altro luoghi dove il paziente ha la comodità di trovare tutti gli specialisti di cui ha bisogno. Cgil, Cisl e Uil chiedono anche di trovare una soluzione alle difficoltà insorte sul tema privacy, poiché le modalità organizzative della rete sanitaria non possono essere un ostacolo alla tutela della salute, senza dimenticare che oscurare referti di esami svolti presso altre aziende potrebbe comportare un’ulteriore richiesta di esami con allungamento dei tempi d’attesa. Un tema, quest’ultimo, sul quale le organizzazioni sindacali avranno nei prossimi giorni un ulteriore momento di confronto. Nell’attesa di completare l’estensione del fascicolo sanitario, i sindacati propongono che attraverso l’intervento della Regione si trovi la soluzione per evitare ritardi e disservizi.