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Turismo, mense, servizi, terme e farmacie: venerdì 6 maggio sciopero e manifestazione a Bologna

Servizi, venerdì 6 maggio sciopero nazionale
Enrico Gobbi, segretario generale Fisascat Cisl Emilia Centrale

Gli addetti di turismo, mense, servizi, terme e farmacie si fermano dopodomani – venerdì 6 maggio – per uno sciopero nazionale di otto ore proclamato da Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil e Uiltrasporti per protestare contro il blocco della contrattazione nazionale. È prevista una manifestazione regionale a Bologna (ore 11 piazza Maggiore), alla quale partecipano almeno 500 lavoratori modenesi. Sono ancora disponibili posti nei pullman in partenza da Modena, Carpi, Mirandola, Pavullo, Vignola e Sassuolo. Per prenotazioni contattare le sedi sindacali. «A livello nazionale sono oltre un milione e mezzo i lavoratori in attesa del rinnovo contrattuale in media da più di tre anni – spiegano i sindacati – Il blocco della contrattazione sta producendo anche un effetto dumping tra chi, all’interno dello stesso settore, ha rinnovato il contratto e chi invece continua a dilazionare i tempi. Una differenza che ha effetti sul mercato di riferimento e sulle condizioni dei lavoratori, ma che interroga anche su quale sistema di relazioni sindacali si vuole produrre in questi settori». I lavoratori chiamati nuovamente alla mobilitazione sono baristi, camerieri, cuochi, commessi, operatori del comparto pulizia e sanificazione, attività ausiliarie e facility management, addetti mense, receptionist, impiegati di agenzie di viaggio, lavoratori dei fast food, operatori del comparto termale, farmacisti «Sono professionisti cui spesso ci si rivolge per soddisfare bisogni imprescindibili, per necessità connesse alla salute, per servizi fondamentali nella nostra vita quotidiana – sottolineano Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil e Uiltrasporti – Operano in settori strategici per l’economia del nostro paese e della nostra regione, rappresentano una componente rilevante del Pil italiano e regionale, svolgono lavori importanti, come ad esempio la refezione e le pulizie nelle scuole, asili e ospedali, nonché prestazioni che attengono la salute. Si tratta di attività fondamentali e regolate dalle normative legislative vigenti in materia di servizi essenziali. Eppure sono considerate servizi essenziali solo quando i lavoratori devono esercitare i propri diritti sindacali e mai quando devono rinnovare il proprio contratto nazionale in tempi che garantiscano loro la reale difesa del potere d’acquisto del salario e il mantenimento di buone condizioni di lavoro». Allo sciopero intersettoriale del 6 maggio si uniscono le lavoratrici e i lavoratori delle aziende della grande distribuzione organizzata aderenti a Federdistribuzione, anch’essi senza rinnovo del contratto e che effettuano le prime otto ore di sciopero delle sedici proclamate a livello nazionale dopo la rottura del tavolo negoziale, avvenuta nelle settimane scorse a seguito delle inaccettabili richieste di arretramento normativo ed economico presentate dalla controparte. «Le lavoratrici ed i lavoratori di questi settori dicono basta e scendono nuovamente nelle piazze il 6 maggio per contrastare la logica che attraversa gran parte delle associazioni datoriali, volta a rinnovare i contratti nazionali producendo forme più o meno esplicite di restituzione, dal salario ai diritti. Per dare voce e visibilità a questi lavoratori impegnati in settori caratterizzati da una grande polverizzazione di impresa – concludono Filcams, Fisascat, Uiltrasporti e Uiltucs Emilia-Romagna – abbiamo indetto una manifestazione regionale venerdì 6 maggio a Bologna alle 11 in piazza Maggiore. È previsto un corteo con partenza alle 9.30 da piazza XX Settembre».



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