Processo “Aemilia”: Cgil-Cisl-Uil Emilia-Romagna parte civile per sconfiggere le mafie
Cgil, Cisl e Uil dell’Emilia-Romagna, insieme ad alcune strutture dei territori interessati dai fatti criminosi, si costituiranno parte civile nel processo “Aemilia, che si apre domani – mercoledì 28 ottobre. Si tratta del più grande processo contro le mafie mai celebrato nel Nord Italia,
scaturito da un’inchiesta che svelato il radicamento assunto da un’organizzazione ‘ndranghetista, molto ramificata nel territorio emiliano. È precisa convinzione di Cgil, Cisl e Uil che quanto accaduto vada combattuto nelle aule giudiziarie con la massima determinazione possibile, allo scopo di cancellare la presenza di questa consorteria criminale dal tessuto economico della regione. «Sono stati violati diritti fondamentali delle lavoratrici e dei lavoratori che operavano nelle imprese coinvolte nei fatti contestati, sono state stravolte le regole del mercato del lavoro, si è agito da parte di costoro con la minaccia, la violenza e la ritorsione, colpendo diritti e determinando condizioni di lavoro inaccettabili, imponendo il “metodo mafioso” alle relazioni economiche e del lavoro – affermano i sindacati – Sono stati lesi principi e valori di riferimento nell’azione del sindacalismo confederale, in primo luogo il fatto che la tutela dei diritti sociali e del lavoro richiede un contesto di piena affermazione della legalità. È stato ferito un territorio che in questi anni ha visto protagoniste le istituzioni, le organizzazioni sindacali, il mondo associativo, l’insieme della società civile, nell’azione finalizzata a impedire la penetrazione della criminalità organizzata nell’economia legale. Sono numerosi gli atti negoziali, i protocolli, il sostegno all’azione legislativa, le ripetute denunce delle organizzazioni dei lavoratori, che testimoniano questo. Ma ciò non è bastato. Purtroppo – continuano Cgil, Cisl e Uil – questa azione non ha impedito che accadessero fatti e si determinassero situazioni aberranti come quelle scaturite dall’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia. Il processo alla ‘ndrangheta che ha messo radici in Emilia-Romagna deve perciò servire a questo: condannare i responsabili di questi gravissimi fatti, impedire che agiscano ancora, sradicare questo sodalizio criminale, riaffermare i diritti dei lavoratori. Ma, nel contempo, dare senso compiuto e forza all’affermazione della legalità economica e nel lavoro, affinché non risulti vano ciò che è stato fatto dai tanti soggetti che si sono impegnati in questa direzione in questi anni. Abbiamo scelto di costituirci parte civile, insieme ad altre associazioni ed espressioni della società civile, – concludono Cgil, Cisl e Uil dell’Emilia-Romagna – per ribadire con fermezza e determinazione la volontà di sconfiggere le mafie».