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Maserati, Uriti (Fim): «Ci interessano i lavoratori di Modena, non le polemiche Fiom»

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Giorgio Uriti, segretario generale Fim Cisl Emilia Centrale

«Sinceramente le polemiche di Pizzolla e della Fiom, scagliate contro la Fim Cisl e il suo segretario generale, impegnato a illustrare all’Università di Modena e Reggio Emilia la più grande ricerca sul lavoro degli ultimi 30 anni sulle condizioni dei lavoratori nel gruppo Fca-Cnhi, sembrano più ispirate da una inutile ricerca di protagonismo sui media che di attenzione verso i lavoratori di Maserati». Lo afferma il segretario generale della Fim Cisl Emilia Centrale Giorgio Uriti rispondendo a una nota Fiom che critica le dichiarazioni rilasciate ieri a Modena dal segretario generale Fim Marco Bentivogli. «La Fiom dovrebbe illustrare le cose concrete che ha fatto in questi anni per i lavoratori di Fca e Maserati. Siccome i risultati sono pari a zero, alza i toni della polemica per nascondere le proprie responsabilità verso i lavoratori. La Fim Cisl – ricorda Uriti – ha sottoscritto negli ultimi tre anni tre accordi che hanno portato miglioramenti salariali e normativi anche agli iscritti Fiom. Solo nell’ultimo contratto nel 2015 i lavoratori Maserati di Modena hanno percepito 1.320 euro. I contratti da noi firmati senza Fiom pesano ormai 307 euro mese nella busta paga degli operai di Fca e Maserati. Anche sul piano industriale e occupazionale le cose non sono andate diversamente. Dal 2010 i nostri accordi, non altro, hanno impegnato il gruppo Fca a fare importanti investimenti negli stabilimenti italiani, raddoppiando la produzione di auto e riducendo la cassa integrazione dal 40 per cento dei 68 mila occupati a circa il 12 per cento. Tanto che pure Landini ha cominciato ad ammettere pubblicamente i risultati positivi in termini di volumi e occupazione. Anche l’incremento occupazionale negli ultimi tre anni di Maserati Modena, da circa 750 a 1.300 occupati, si è determinato per gli impegni che Marchionne ha preso con noi nel 2012 e 2014 sugli investimenti nei marchi Alfa Romeo e Maserati, e non per le chiacchiere di Pizzolla. La situazione di criticità nell’area produttiva di Modena, che determinano oggi tensioni occupazionali dichiarate da Fca su 105 operai e 15 impiegati, la Fim l’ha posta al Lingotto già nel 2015 e in più occasione ha sollecitato il gruppo Fca a stabilire la partenza della produzione di un nuovo modello Maserati». Uriti spiega che i modelli previsti nel piano 2014-2018 erano tre, oltre al Levante già assegnato a Mirafiori, la nuova gran turismo e la super car Alfieri. L’andamento dell’economia e del mercato cinese nell’ultimo periodo del 2015 hanno portato Fca a valutare con prudenza la data di partenza dei due modelli, che ha comunque confermato entro il 2018. «Per questo motivo abbiamo calendarizzato con i vertici del Lingotto una verifica periodica per monitorare la situazione e per tenere alta la pressione sul lancio delle nuove produzioni – sottolinea il segretario Fim – Nello stesso tempo abbiamo chiesto di ridurre al minimo il costo a carico dei lavoratori coinvolti nella cassa integrazione, individuando opportunità lavorative, in particolare negli altri stabilimenti modenesi tra cui Ferrari. Al di là delle parole al vento, noi siamo impegnati costantemente e giornalmente non ad alimentare la sterile polemica tra organizzazioni sindacali, ma a trovare le soluzioni per i lavoratori che rappresentiamo. E questa nostra determinazione ci è stata riconosciuta dai lavoratori di Fca e Cnhi facendo diventare la Fim Cisl – conclude Uriti – la prima organizzazione sindacale come numero di iscritti e di rappresentanti sindacali negli stabilimenti italiani».



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