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Fusione Ausl Reggio e Santa Maria Nuova: per i sindacati “occorre investire sui professionisti, sui servizi e sulla rete extra ospedaliera”

E’ stata presentata ai sindacati la bozza del disegno di legge che deve stabilire le linee dell’unificazione prevista per il 1 luglio. “Un progetto condiviso, ma chiediamo più attenzione ai servizi sanitari sul territorio”

“Risorse economiche e progettazione di un nuovo approccio alla sanità locale devono essere i punti cardine della futura fusione tra le due aziende sanitarie pubbliche della provincia”. Sono le parole di Cisl, Cgil, Uil, insieme alle categorie della funzione pubblica e dei pensionati nel commentare la consultazione pubblica che la Regione ha tenuto coi sindacati “solo” venerdì 21 aprile presso la sala Consiliare della Provincia di Reggio Emilia. Tema, appunto, il progetto di legge regionale di fusione dell’Ausl di Reggio Emilia e dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria Nuova. Il disegno legge dovrà essere approvato entro giugno, dato che la fusione sarà operativa dal 1 luglio.

Gli esponenti delle organizzazioni sindacali hanno posto l’accento su alcuni temi specifici, che ritengono condizioni essenziali, a partire dalla necessità di prevedere nel testo di legge relazioni sindacali corrette, sia per quanto riguarda la riorganizzazione del lavoro e la valorizzazione di tutte le professionalità del comparto, sia per quanto riguarda la ricaduta dell’operazione sui servizi ai cittadini.

“Per questa riorganizzazione – spiegano i sindacati – occorre riformulare l’approccio alle cure. Per il futuro la strada è segnata: sempre di più l’ospedale sarà deputato ai casi acuti e sempre più la sanità territoriale per il resto. Occorre, quindi, portare i professionisti vicino ai cittadini: è per questo imprescindibile la ricerca di risorse aggiuntive per l’innovazione e la qualificazione del sistema sanitario, già previste da un recente accordo che come sindacati abbiamo siglato con la Regione”.

“Stiamo aprendo con le aziende – aggiungono – un confronto dove chiederemo investimenti sui professionisti e sulla rete extra ospedaliera, ma anche omogeneizzazione dei trattamenti contrattuali ed economici tra Ausl e Santa Maria. Al di là degli incontri informativi che l’azienda ha organizzato per i dipendenti vogliamo avere la possibilità di partecipare a decisioni importanti che avranno sicure ripercussioni sul lavoro quotidiano dei 7 mila professionisti della sanità pubblica provinciale e di riflesso su tutti i cittadini e per questo presenteremo nostre proposte”.

“Condividiamo – concludono i sindacati – gli obiettivi generali del progetto di legge, quali il miglioramento dei servizi sanitari realizzato attraverso migliore e maggiore integrazione e sinergie tra le aziende che vengono da storie recenti molto diverse, ma è necessario anche valorizzare i servizi e dare un riconoscimento ai professionisti che vi lavorano. A tal fine i sindacati hanno proposto un emendamento al testo di legge affinché il progetto di fusione non sia vincolato al mero contenimento della spesa pubblica ma ispirato ad una logica generale di efficientamento e sinergia”.

Relatrice della legge regionale in itinere è la reggiana e consigliera regionale Roberta Mori che ha espresso la disponibilità a farsi portatrice delle richieste proposte dai sindacati unitariamente con l’impegno a darne riscontro nel prossimo incontro con le Parti Sociali che avrà luogo entro il mese di maggio. All’audizione, oltre a quest’ultima, erano presenti il presidente della conferenza socio-sanitaria Gianmaria Manghi e Fausto Nicolini, direttore generale incaricato alla fusione e altri esponenti della Regione Emilia Romagna.



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